I quadri vegetali di Green Jungle

Che su PalÈat non si parli solo di cibo ormai è un dato di fatto.

Già il nome stesso, come alcuni di voi sapranno, nasce proprio dall’unione di due concetti: arte e cibo!

Siamo molto felici di aggiungere un piccolo pezzetto al nostro puzzle e annunciarvi che al PalÈat B&B sarà possibile (finalmente) ammirare opere di artisti a tutto tondo che avranno il piacere e la voglia di esporre i loro lavori nella nostra struttura.

Per questo oggi vi presentiamo Fabio, ideatore e creatore di Green Jungle, un progetto tutto green che mira a ridurre gli impatti edilizi attraverso la realizzazione e crescita di spazi verdi anche in luoghi inimmaginabili.

In particolare ospiteremo dal 28 novembre 2021 al 6 gennaio 2022, all’interno del PalÈat B&B, i suoi QUADRI VEGETALI che consentono a chiunque di vivere l’esperienza del verde verticale. (Clicca qui per vedere il video tutorial).

DIPINGI CON LE PIANTE E CIRCONDATI DI VERDE”. Green Jungle 

  1. Fabio, iniziamo subito! Raccontaci un po’ di te e di come nasce il progetto Green Jungle.

Sono Fabio, ideatore e fondatore di Green Jungle. Sono un giardiniere e designer diplomato presso la Scuola Agraria del Parco di Monza. Diversi anni di studio mi hanno permesso di specializzarmi nella conoscenza del mondo della vegetazione, perfezionandone tecnica e professionalità. L’ idea è nata in virtù della passione per la natura, portando sempre con me questo sogno, una scelta green che ha come obbiettivo quello di ridurre gli impatti edilizi attraverso la realizzazione e crescita di spazi verdi anche in luoghi inimmaginabili.

  1. Sappiamo che hai vissuto diverse esperienze all’estero, da quale punto di vista pensi ti abbiano arricchito maggiormente?

Qualsiasi esperienza fuori da casa, fuori dalla propria confort zone sembrerebbe spaventosa ma in realtà è unica in quanto riesce a cambiare ogni tua prospettiva futura e ti aiuta a guardare le cose in modo diverso!

Intraprendere nuove conoscenze, maturare competenze su progetti con tecniche differenti, capacità comportamentali, comunicative e relazionali con clienti spesso di culture e concezioni diverse, gestione dell’impresa, contatti commerciali, redazioni di preventivi, degli acquisti e progettazione grafica sono solo una piccola parte di quel grosso bagaglio che mi porto dietro grazie proprio a quelle esperienze.

  1. Una delle cose che ci ha sempre colpito negli anni vissuti a Milano è stata osservare il desiderio di chi vive in città, di circondarsi di verde. Vivere in un appartamento, a volte (oserei dire spesso) con metrature ridotte, può far rinunciare a questo desiderio. Quali sono le piante che non dovrebbero mai mancare in un appartamento?

Andrebbe bene qualsiasi tipo di pianta purché si cominci a coltivarne una!

Possibilmente, per chi non ha il pollice ancora così verde ed è ancora alle prime armi per creare in casa una splendida giungla urbana, consiglio di iniziare con piante di facile coltivazione che richiedono meno esigenze, eccone alcune: Sansevieria, Pilea, Monstera, Clorofito, Pothos, Zamioculcas, Dracena.

Per chi invece, ha già un pollice di un bel verde brillante, propongo una bella sfida e pertanto consiglio due piante che sono inserite tra quelle più difficili da coltivare per un discorso legato all’ umidità e correnti d’aria che però potrebbero dare tante soddisfazioni, appartengono alla stessa famiglia e genere, conosciute come Orecchie di elefante e sono l’Alocasia Macrorrhiza e l’ Alocasia Polly, piante rizomatose di origine del Sud-est asiatico: Filippine, Malesia, Indonesia, Madagascar con habitat tropicali e subtropicali, fogliame verde scuro, verde chiaro, nero, porpora, argentato, richiedono un’esposizione molto luminosa ma attenzione, non gradiscono il sole diretto, con una umidità ambientale molto alta. Evitare di esporre gli esemplari di Alocasia a correnti d’aria troppo forti, che potrebbero bruciare le foglie.

Questo simpatico nome “Orecchie di elefante” lo dobbiamo alla conformazione delle foglie che quando sono agitate dal vento ricordano appunto le orecchie di un elefante.

  1. Tre consigli da dare a chi pensa di non essere un pollice verde ma ha comunque voglia di iniziare un’avventura green?

Il primo consiglio che mi sento di dare è: Iniziare, iniziare, iniziare!

Poi bisogna individuare subito il nome della pianta e la sua zona di origine e quindi conoscere il suo fabbisogno, non solo idrico.

Ogni ambiente è differente e ogni pianta ha le sue esigenze quindi non esistono regole standard. Quasi tutte le piante però hanno bisogno di luce adeguata per crescere vigorose, una buona temperatura media intorno i 18˚, piccola dose di umidità, concimazioni granulari a cessione controllata o concimazioni liquide e un buon apporto idrico. (è molto più facile far morire le piante d’appartamento perché esageriamo con le irrigazioni) quindi meglio poco che troppo e nel dubbio meglio scarseggiare che eccedere!

  1. Dalle nostre chiacchierate ci siamo confrontati su quanto allontanarsi dal proprio paese di origine sia difficile ma allo stesso tempo fondamentale per la crescita personale. Vedere e vivere nuove culture ci arricchisce e quando si decide (coraggiosamente) di tornare e investire nella propria terra, inevitabilmente ci sono dei pro e dei contro. Per te quali sono stati?

Inizio con questa riflessione che mi ha accompagnato e illuminato durante tutto il mio percorso formativo e lavorativo: le radici sono la parte più solida che possiamo portarci dietro ovunque noi scegliamo di andare.Tanti anni lontani dalla mia Puglia mi hanno fatto capire che si può stare bene ovunque purché siamo in grado di ascoltarci veramente prendendo il meglio dalle esperienze che viviamo.

Poi è subentrato il desiderio di ritornare a casa, la grande voglia di vivere una nuova sfida, mostrando tutto quello che mi sono portato dietro, nella mia valigia, con l’auspicio di condividere tanti argomenti di studio e cura della natura.

Ritornando alla domanda non ho una risposta ben precisa sui pro e contro, ma posso solamente consigliare di credere sempre nel proprio intuito. Se mi fossi fatto prendere dalle incertezze oggi Green Jungle non esisterebbe.

Andate avanti e non bloccate le vostre intuizioni, anche se non siete visionari tirate dritto!

  1. PalÈat, come sai, unisce arte (in tutte le sue forme) e cibo. Allora ci piacerebbe sapere quali sono il tuo piatto e artista preferiti.

Adoro conoscere cucine e piatti tipici di ogni paese che riesco a visitare, ma nulla può essere sostituito al mio piatto preferito, uno dei piatti più rappresentativi della Puglia nel mondo. Sto parlando delle orecchiette alle cime di rape, piatto che adoro mangiare ovviamente come altri piatti cucinati con le verdure e ingredienti disponibili solo in quel periodo di stagione.

I miei artisti invece che rappresentano indirettamente anche la mia persona sono fondamentalmente tre:

Artista pittore: Egon Schiele, pittore e incisore austriaco, espressionista dei primi del novecento, fonte di ispirazione di qualsiasi mio progetto un po’ fuori dagli schemi e a volte fonte di giudizi contrastanti. Per lui i grandi artisti hanno tutti un dono comune, che purtroppo è riservato solo a pochi: la capacità di raccontare la propria vita in un attimo, anche a distanza di secoli, anche se lo spettatore prima di trovarsi di fronte all’opera d’arte non sapeva nulla su chi l’avesse creata.

Artista compositore: Ludovico Einaudi, compositore e pianista contemporaneo. Quel che ti dà Ludovico con la sua musica è spazio. Ti permette di andare ovunque tu voglia, d’altronde è il suo minimalismo applicato alla musica che ti rapisce, ti colpisce al cuore e ti porta altrove, ricordandoti quanto il mondo potrebbe essere puro e più semplice. Un’ ispirazione per i miei progetti.

Artista architetto: Gilles Clément, agronomo, biologo e paesaggista e il francesee Piet Oudolf, paesaggista, designer e scrittore olandese. Stimo questi due paesaggisti per l’ossessiva ricerca delle specie botaniche più adeguate a ogni luogo e per la tecnica impeccabile di impianto vegetazionale. La loro è una resistenza ecologica, che punta a scardinare le logiche dell’ordine, opponendovi un ritorno all’equilibrio fra uomo e natura.

  1. Una curiosità personale, è vero che fa bene parlare alle piante e ascoltare musica con loro? Quanto prendersi cura di una pianta in casa può migliorare la quotidianità? 

 Addirittura piante e alberi generano suoni musicali! Comunque si, anche se ci sono pareri discordanti a livello scientifico si parla spesso della capacità delle piante di reagire alla musica, soprattutto sentire suoni provenienti da elementi naturali, più significativi per la loro vita e la loro produzione. Sentono la nostra voce perché sensibili alle vibrazioni. Una figata vero!?

Studi scientifici dimostrano invece, che coltivare le piante e prendersene cura dia beneficio a livello psicologico, riducendo lo stress e migliorando l’umore, la qualità della vita e la produttività.

Fabio grazie di cuore per questa chiacchierata, ascoltare i tuoi racconti e i tuoi progetti uniti al tuo entusiasmo è stata davvero una boccata di ossigeno, in tutti i sensi.

Adesso non avete più scuse! Forza, affrettatevi ad iniziare la vostra avventura green e create la vostra piccola giungla urbana!

ACQUISTA IL TUO QUADRO VEGETALE, INIZIA A DIPINGERE CON LE PIANTE E CIRCONDATI DI VERDE!!!

Giorgia Lenti
Giorgia Lenti
Founder Paléat

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